27.5 C
Santa Teresa di Riva
giovedì, Giugno 12, 2025
HomePrimo PianoMichael Douglas a Taormina: “Mi scuso per il mio Paese. La politica...

Michael Douglas a Taormina: “Mi scuso per il mio Paese. La politica è corrotta, ma ho fiducia nella Gen Z”

Taormina – Ottant’anni portati con disinvoltura, una carriera segnata da successi e una lucidità intatta: Michael Douglas ha incantato Taormina, dove ha ricevuto il Taormina Excellence Achievement Award in una serata che ha unito cinema, memoria e riflessione civile. Durante la masterclass con gli studenti e l’incontro riservato con la stampa, l’attore non ha evitato temi scomodi e ha voluto prendere posizione, anche contro il proprio Paese. “Sono nato nel 1944, un anno difficile — ha detto — ma oggi va peggio. Guerre ovunque, e si parla solo di spese militari. L’America ha una grande responsabilità nel caos attuale. Quando viaggio all’estero, mi scuso sempre per il mio Paese”.

Parole amare. E anche quando parla della propria carriera, Douglas mostra non è banale. “Ho scelto di fare l’attore per una forma di rivalsa verso i miei genitori, entrambi nel mondo del cinema. Sono un attore di seconda generazione, ho dovuto faticare il doppio per affermarmi. Solo dopo l’Oscar per ‘Qualcuno volò sul nido del cuculo’ ho sentito di essere davvero riconosciuto”. E a chi pensa che essere “figli d’arte” significhi avere la strada spianata, risponde secco: “Non è vero. Devi correre con le tue gambe”.

Tra aneddoti e riflessioni, spunta anche l’amore per Catherine Zeta-Jones, definito senza esitazione “il più grande colpo di fortuna” della sua vita. “Avevo letto che le piacevano gli uomini più grandi, così mi sono fatto avanti”, racconta con un sorriso. Non manca una critica dura a Donald Trump: “Ha trasformato l’immigrazione in un dramma, martellando per mesi con dichiarazioni tossiche. Ha usato la paura come benzina per il suo potere esecutivo. Certo che l’immigrazione è un problema, ma lui l’ha strumentalizzata con cinismo”.

Anche la celebre scena di Basic Instinct trova spazio nel racconto: “Verhoeven era olandese e calvinista, faticava a trovare un’attrice disposta a mostrarsi nuda. Poi arrivò Sharon Stone, provammo per una settimana. Nessun intimacy coordinator, ma andò tutto alla grande”. Douglas guarda infine al futuro con una speranza chiamata Generazione Z: “Mio figlio fa parte di quella generazione. Ho grande fiducia in loro. Spero che riescano a sistemare tutto questo casino che abbiamo fatto. La politica oggi è corrotta, il denaro è diventato troppo importante nelle nostre democrazie”.

E quando gli viene chiesto cosa gli disse suo padre Kirk dopo la vittoria dell’Oscar, la risposta è disarmante: “Mi ha detto solo: ‘Se avessi saputo che avresti avuto così tanto successo, sarei stato più gentile con te’”.

I piu' letti