Un’Italia scolasticamente divisa in due: è il quadro che emerge dal Rapporto Invalsi 2025, secondo cui meno della metà degli studenti del Centro-Sud è in grado di comprendere adeguatamente un testo scritto all’ultimo anno delle superiori. Un dato preoccupante, che si accompagna a una performance ancora più debole in matematica, con picchi critici in Sardegna, dove il 70% degli studenti di quinta superiore non raggiunge il livello minimo di competenza.
I risultati medi in italiano mostrano una stabilità rispetto al triennio 2021-2023, ma restano più bassi rispetto al 2019 del 7,5%, segnalando un impatto persistente del post-pandemia. Solo nelle regioni del Nord – come Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia – meno del 40% degli studenti risulta inadeguato in italiano. Nel resto del Paese, la situazione è molto più critica.
Sul fronte della matematica, i dati sono ancora più allarmanti. A livello nazionale, i punteggi continuano a calare, confermando una tendenza negativa comune a molti Paesi Ocse europei e nordamericani. In Italia, il divario tra Nord Est e Sud/Isole raggiunge i 23 punti percentuali, con solo il 30-40% degli studenti del Mezzogiorno in grado di sostenere adeguatamente una prova di matematica. Particolarmente difficili le condizioni in Lazio, Campania, Calabria e Sicilia, dove circa il 60% degli studenti non raggiunge la soglia minima di competenza.
In Campania, i risultati sono tra i più bassi d’Italia, con una forte polarizzazione tra studenti molto bravi e studenti in grave difficoltà. Una tendenza che riflette – secondo gli esperti Invalsi – una complessità crescente del sistema scolastico, dovuta anche all’ampliamento della platea studentesca: una fetta consistente di giovani che, in passato, avrebbe abbandonato gli studi, oggi rimane nel circuito scolastico, pur mostrando maggiori fragilità.
Non mancano però segnali incoraggianti: il tasso di dispersione scolastica tra i 18 e i 24 anni è sceso al 10,2%, centrando con un anno d’anticipo l’obiettivo fissato dal Pnrr per il 2026. Ora il traguardo è il 9% entro il 2030, in linea con il target europeo.