Inchiesta Policlinico di Messina,
L’inchiesta che ha portato ai domiciliari l’ex primario di Chirurgia plastica del Policlinico di Messina, Francesco Stagno d’Alcontres, continua a estendersi e a delineare un quadro molto più ampio di quello emerso inizialmente. Al di là dei primi elementi già affrontati nel precedente articolo, gli sviluppi delle ultime ore mostrano una rete articolata di relazioni che coinvolge 31 persone, tra medici, dirigenti, infermieri, operatori sanitari e rappresentanti di aziende fornitrici.
Stagno d’Alcontres, 70 anni, figura di grande peso nel mondo accademico e sanitario — per anni docente universitario, direttore di dipartimento e presidente della Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica — si trova oggi al centro di accuse che vanno dalla concussione alla corruzione, fino alla truffa aggravata ai danni dello Stato.
Accanto a lui compaiono altri nomi rilevanti del Policlinico. La dirigente medica Antonina Fazio e l’ostetrica Cristina Alì sono state raggiunte da un anno di interdizione dalla professione sanitaria. Per entrambe, la Procura ipotizza episodi di concorso nelle attività illecite: per Fazio, una serie di interventi privati non dichiarati nonostante l’obbligo di esclusività; per Alì, l’esercizio abusivo della professione, poiché sarebbe stata impiegata come infermiera di sala operatoria in interventi privati eseguiti dal chirurgo.
Nel quadro investigativo entra anche Francesca Melita, capo sala operatoria della Chirurgia plastica. Secondo i magistrati, avrebbe avuto un ruolo centrale nella gestione degli ordini di materiali, contribuendo ai rapporti con le aziende coinvolte nel giro delle presunte sponsorizzazioni indebite.
Proprio il tema delle sponsorizzazioni è uno degli aspetti più rilevanti dell’indagine. Secondo gli inquirenti, diverse aziende produttrici di dispositivi e materiali sanitari sarebbero state sollecitate — o, in alcuni casi, pressate — a versare contributi economici per sponsorizzare il congresso scientifico della Società Italiana di Chirurgia Plastica. In cambio, ci sarebbe stata la promessa di agevolazioni nei rinnovi degli appalti o, all’opposto, la minaccia di interrompere le forniture.
Nell’avviso di garanzia compaiono nomi importanti del settore, come Mentor Medical (oggi parte di Johnson & Johnson Medical), Chirmedical, Medigest, Biomedica Italia, Tegea srl, Athena srl, Coloplast – Kerecis, Polytech Health & Aesthetics Italia, Smith & Nephew Italia, Deco Med, GC Aesthetics e JC Stevan.
Figura coinvolta anche Paolo Zona, legale rappresentante della Cluster srl, il provider del congresso.
Un ulteriore filone investigativo riguarda gli interventi privati che Stagno d’Alcontres avrebbe effettuato fuori dal Policlinico, utilizzando — secondo la Procura — il servizio di sterilizzazione della Servizi Italia, azienda che aveva l’appalto con l’ospedale. Gli inquirenti contestano all’ex primario una serie di attività svolte in studi privati della città e della provincia senza le dovute dichiarazioni, oltre alla presunta alterazione dei sistemi di rilevazione presenze per risultare in servizio mentre, in realtà, si trovava altrove a esercitare privatamente.
Le misure cautelari firmate dal gip Salvatore Pugliese e l’indagine coordinata dalla procuratrice aggiunta Rosa Raffa, con le sostitute Giorgia Spiri e Anna Maria Arena, stanno portando alla luce un sistema che, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe operato per anni all’interno del Policlinico messinese, sfruttando ruoli e rapporti professionali per ottenere vantaggi economici e favori.


