Le proprietà del cannabidiolo evidenziate dagli studi in materia e i potenziali effetti nei confronti di diversi disturbi comuni
In numerosi Stati l’olio di CBD sta diventando sempre più popolare tra coloro che cercano un modo naturale per gestire comuni disturbi come l’ansia e lo stress. Una possibilità per ora preclusa agli italiani a causa della particolare normativa nazionale nei confronti di questa sostanza, per quanto nel nostro Paese sia comunque possibile acquistare olio al CBD online o presso rivenditori fisici.
Ad ogni modo, nonostante questa popolarità permangono ancora molti dubbi sugli effettivi benefici di tale prodotto, dubbi che meritano una risposta nei limiti delle informazioni attualmente a nostra disposizione.
In questo articolo esamineremo quelle che sono le caratteristiche e le proprietà del CBD rilevate dagli studi scientifici eseguiti fino ad oggi.
Il CBD: sicuro e ben tollerato, secondo l’OMS
Il CBD (cannabidiolo) è uno dei molti composti chimici naturali, noti come fitocannabinoidi, contenuti nella pianta della cannabis.
È stato isolato per la prima volta negli anni ’40 dal chimico americano Roger Adams ed è stato rilevato fin da subito che, a differenza del THC, non ha effetti psicotropi. Pertanto, non è considerabile una sostanza drogante.
Inoltre, è stato dimostrato che il CBD ha una tossicità estremamente bassa e questa caratteristica, unita alla precedente, ha fatto sì che diversi Paesi del mondo decidessero di legalizzare la sua produzione e la sua compravendita. Tra questi Stati c’è anche l’Italia, per quanto sia necessario fare una dovuta precisazione: nel nostro Paese i prodotti a base di CBD possono essere venduti e acquistati liberamente, ma la normativa non ha mai disciplinato del tutto gli usi consentiti e, ad oggi, il suo consumo è ancora considerato illecito in quanto le autorità ritengono di aver bisogno di ulteriori dati scientifici per stabilire se il cannabidiolo possa essere una sostanza priva di effetti potenzialmente pericolosi sul corpo umano.
Pertanto, ad oggi il suo acquisto è consentito esclusivamente a scopo collezionistico.
Un eccesso di prudenza?
Forse, visto che perfino l’OMS ha stabilito che il CBD e i suoi derivati sono generalmente ben tollerati e hanno un buon profilo di sicurezza.
Ad ogni modo, una delle formulazioni più popolari del cannabidiolo è l’olio di CBD, estratto da varietà di cannabis a basso tenore di THC e prodotto utilizzando varie tipologie di oli vegetali
E si tratta di un prodotto che, in base a numerose ricerche scientifiche, sembrerebbe possa avere effetti benefici in determinate situazioni.
Il CBD: efficace nella riduzione del dolore cronico e dell’infiammazione?
Il dolore cronico e l’infiammazione sono problemi molto comuni, specialmente tra chi svolge professioni fisicamente impegnative o si impegna in un attività sportiva.
Le proprietà analgesiche e antiinfiammatorie del CBD sono state studiate fino dagli anni ’80 e ad oggi è stato rilevato che:
- è in grado di ridurre l’infiammazione regolando la produzione di marker specifici come citochine, PGE2 e cicloossigenasi;
- esercita effetti analgesici molto promettenti, riducendo l’edema e interagendo con recettori legati alla percezione del dolore;
- riduce l’allodinia (ovvero la sensazione di dolore provocata da stimoli che, di norma, non dovrebbero provocarla) e l’iperalgesia e ha dimostrato efficacia nella riduzione del dolore cronico.
Queste proprietà hanno reso il CBD una sostanza potenzialmente interessante per gli atleti di tutto il mondo, ma fino a qualche anno fa gli sportivi hanno dovuto fare i conti con i regolamenti anti-doping internazionali che, in base al parere della WADA (l’agenzia mondiale anti-doping), ponevano il cannabidiolo tra le sostanze proibite nello sport.
Nel 2018, però, l’agenzia ha cambiato opinione (evidentemente convinta dai risultati degli studi scientifici più recenti) rimuovendolo da questa lista e, di fatto, aprendo la strada alla possibilità di utilizzarlo da parte degli atleti.
L’effetto del CBD sui recettori endocannabinoidi
Il nostro organismo possiede un particolare gruppo di recettori nervosi denominato endocannabinoide, chiamato in questo modo in quanto regolato da sostanze autoprodotte dal nostro corpo dette, per l’appunto, endocannabinoidi. Questi ultimi presentano una struttura molecolare che, per certi versi, richiama quella dei fitocannabinoidi tra i quali, come abbiamo spiegato in precedenza, rientra anche il cannabidiolo.
È per questo motivo che il CBD è in grado di interagire con tale sistema e, secondo alcuni studi, di regolare diverse funzioni vitali collegate all’umore e ai cicli del sonno. In particolare, sembrerebbe che il cannabidiolo possa alleviare gli stati di ansia e favorire il sonno profondo.
A questo si aggiunga che tra le cause dello stress e dell’insonnia possono essere inseriti anche alcuni disturbi legati al dolore cronico e agli stati infiammatori che, come detto poc’anzi, possono essere alleviati dal CBD.
Pertanto, la scienza attualmente sembra aver preso in seria considerazione l’idea che il cannabidiolo possa essere utilizzato come ausilio nelle terapie volte alla riduzione dell’ansia e all’agevolazione del riposo notturno.
Tuttavia, è opportuno specificare che, anche se esistono molte testimonianze sugli effetti positivi del CBD, c’è ancora molto spazio per ulteriori ricerche in questo campo.
In conclusione
Il CBD è una sostanza priva di effetti psicotropi e, secondo l’OMS, sicura e ben tollerata dall’organismo. Negli ultimi anni, la ricerca ha rilevato dei potenziali effetti benefici nei confronti di dolore, stati infiammatori, ansia e insonnia, con ogni probabilità legati alla capacità del cannabidiolo di interagire con il sistema endocannabinoide.
Nonostante questi dati, attualmente l’Italia vieta ancora il consumo, e ne permette esclusivamente la commercializzazione a fini collezionistici presso rivenditori che garantiscono un’offerta di prodotti certificati e a norma di legge, come Justbob, popolare eCommerce del settore.
Ad ogni modo, la ricerca scientifica può ancora offrire molte informazioni interessanti sugli effetti del CBD che, probabilmente, saranno decisive nel convincere le autorità nazionali a modificare la propria posizione nei confronti di questa sostanza.