La Fva associazione ferrovia Valle dell’Alcantara convenzionata con F.S. ha inviato ai sindaci della riviera jonica, da Scaletta Zanclea a S.Alessio Siculo, Letojanni e Giardini Naxos un comunicato sul raddoppio ferroviario Fiumefreddo Giampilieri. Eccolo: “Nelle ultime settimane abbiamo assistito, su varie testate giornalistiche/web/siti a carattere locale, ad una escalation di articoli ed opinioni contrastanti circa la ferrovia c.d. “storica” Giampilieri Fiumefreddo: l’annuncio del Presidente della Regione Siciliana Schifani insieme all’Assessore alle Infrastrutture Alessandro Aricò sul mantenimento della tratta storica insieme al costruendo raddoppio (Giampilieri-Fiumefreddo c.d. “nuova”), la levata di scudi di alcuni sindaci della fascia jonica che non accettano questa mancata dismissione della vecchia tratta, svariate opinioni e commenti di Associazioni, comitati, liberi cittadini, fino al possibile epilogo del 12 dicembre in cui 13 sindaci hanno sottoscritto a Palermo un documento in cui richiedono ad RFI la totale dismissione della tratta storica e accettano l’idea di progetto originaria (chiusura Giampilieri Letojanni e Alcantara-Fiumefreddo, mantenimento tratta Letojanni-Alcantara con proseguimento fino a Gole Alcantara e in futuro Randazzo, collegamento tra linee storica e nuova mediante un raccordo che dovrà sorgere a Mazzeo)… Vale la pena rammentare cosa è adesso la Giampilieri-Fiumefreddo e cosa eventualmente diventerà: – Attualmente nel tratto storico esistono 11 stazioni (più Fiumefreddo di Sicilia e Giampilieri, da cui si dipartirà in futuro la variante di tracciato), inglobate tutte (eccetto Calatabiano) nel tessuto urbano di altrettanti comuni della costa jonica, serviti da svariati treni regionali al giorno e le stazioni più importanti anche da convogli Intercity diurni e notturni SiciliaRoma/Milano; alcune di queste sono strategicamente vicine ad istituti superiori i cui studenti usufruiscono del treno ogni giorno per raggiungerli, ma anche vicine al mare e quindi frequentate nel periodo estivo da chi vuol trascorrere la giornata nelle località balneari jonici; – La costruenda nuova linea – 42 km di cui 35 in galleria – sarà dotata di 6 nuove fermate (+ Letojanni a fungere da stazione di raccordo tra linee storica e nuova e, rimanendo così le cose, il tratto da Letojanni ad Alcantara verso Gole Alcantara/Randazzo destinato al solo utilizzo turistico quando entrerà in esercizio quella nuova), tutte lontane dai centri abitati. Volendo ipotizzare il mantenimento all’esercizio della sola tratta raddoppiata, in caso di dismissione è palese che tutti i pendolari (lavoratori, studenti, anche turisti) che oggi usufruiscono del treno con le stazioni “a pochi passi da casa” si ritroveranno privati di un servizio importantissimo, costretti a muoversi fuori dai centri abitati per raggiungere la fermata più vicina, con conseguente utilizzo delle auto per gli spostamenti e relativa saturazione della già molto trafficata SS114. Vale la pena rammentare, come intuìto, che tutti i comuni fra Sant’Alessio Siculo e Scaletta Zanclea perderanno le loro stazioni nel complesso urbano e quelli che manterranno una fermata sulla nuova variante l’avranno a monte dei centri abitati: basti pensare, per esempio, ad un pendolare di Scaletta che non vorrebbe rinunciare al vettore treno per raggiungere quotidianamente il suo posto di lavoro ma che per usufruirne dovrà andare alla fermata più vicina ad esso posta sulle colline sopra Itala, o studenti di Roccalumera e Furci Siculo che per andare a scuola in treno a Trappitello o Giarre dovranno farsi accompagnare alle fermate più vicine al confine fra Nizza ed Alì Terme o a Sant’Alessio, in contrada Lacco; in linea generale tutti coloro che dalla fascia jonica vorranno spostarsi in treno per le rispettive destinazioni dovranno necessariamente prendere l’auto per raggiungere le nuove fermate. Alla luce di quanto esaminato sopra, prendiamo spunto per fare alcune riflessioni: – Il raddoppio, una volta dismessa la tratta storica, sarà utilizzato da chi si è sempre spostato per lavoro/studio in treno considerata la distanza dai centri abitati? – Tutti gli avventori “estivi” che nei weekend si spostano nei vari centri balneari jonici saranno ancora convinti di utilizzare il treno per andare al mare vista la grande distanza delle fermate dai centri abitati e dalle spiagge? – Non sarebbe utile mantenere la tratta storica utilizzandola solo per i servizi locali (linea ad uso esclusivo dei Regionali, sul modello della Patti-Terme Vigliatore sulla costa tirrenica) e per i treni storici/turistici organizzati dalla Fondazione FS Italiane e lasciare, più coerentemente, la linea nuova solo per i collegamenti con Regionali Veloci/Intercity/merci? – Gli amministratori di questi comuni vogliono davvero passare, ai posteri, come coloro che hanno privato le loro comunità di un servizio utile, capillare e che oggi funziona? Possiamo davvero credere che ad un primo cittadino vada bene la costruzione di un raccordo ferroviario che avrà come conseguenza la distruzione di gran parte del suo territorio (a palese vocazione turistica, tra l’altro), o che un sindaco preferisca far dismettere un tratto di ferrovia ricadente nel suo Comune per costruirci una strada, un nuovo waterfront o una pista ciclabile che chissà mai quando e se vedranno la luce? O, ancora più paradossale, perché un rappresentante di un comitato pendolari è in totale disaccordo al mantenimento di una tratta ferrata che proprio ai pendolari è di grande utilità? La ferrovia costiera non crediamo sia un “fastidio” allo sviluppo del territorio, ma anzi è una risorsa che va preservata ed opportunamente migliorata se possibile, magari con l’implementazione di nuovi servizi (fermate in zona Isola Bella/funivia, servizio cadenzato per le Gole Alcantara nei periodi di massimo afflusso turistico), non distrutta! Si pensi alle tratte ferrate del ponente ligure dove in una situazione paragonabile a quella della riviera jonica sono stati dismessi 50 chilometri di linea che fino al 2016 passava in mezzo a centri quali Andora, Diano Marina, Imperia, Sanremo, per costruire una nuova ferrovia certamente più performante ma con fermate spesso lontane dai centri abitati, con enorme disagio per chi utilizzava il treno per i propri spostamenti e aveva le stazioni inglobate nel tessuto urbano. Ci auguriamo che gli amministratori di questi Comuni jonici vogliano ripensare all’idea che hanno deciso di portare avanti, guardare all’utilità dei propri cittadini piuttosto che a qualcos’altro. Ognuno tragga le proprie conclusioni”.


