Cinquanta piccoli pazienti affetti da gravi malformazioni cardiache sono stati salvati grazie all’impegno del team di Cardiochirurgia Pediatrica dell’ospedale San Vincenzo di Taormina, protagonista in Camerun della seconda missione del progetto umanitario “Cuori Ribelli”.
L’intervento si è svolto a Yaoundé, presso l’Hôpital Général, dove i medici italiani, affiancati dai colleghi locali, hanno operato 26 bambini nella missione appena conclusa. Sommando gli interventi della prima spedizione, il numero dei bambini curati sale a 50. “Tutti i pazienti sono stati dimessi e sono rientrati al proprio domicilio”, ha dichiarato Sasha Agati, capo missione in Camerun.
Il progetto Cuori Ribelli, promosso in collaborazione con l’Ong Una Voce per Padre Pio presieduta da Enzo Palumbo, punta a offrire cure gratuite a bambini provenienti da contesti di estrema povertà, spesso privi di ogni possibilità di accesso a trattamenti specialistici. Oltre agli interventi cardiochirurgici realizzati in loco, sono stati organizzati anche alcuni trasferimenti in Italia per pazienti con patologie particolarmente complesse, impossibili da trattare con le risorse sanitarie camerunesi.
Ma l’iniziativa non si limita all’intervento diretto: una parte fondamentale del progetto è rappresentata dalla formazione del personale medico e sanitario locale, con l’obiettivo di costruire competenze autonome e durature in materia di cardiochirurgia pediatrica. “Vogliamo contribuire alla creazione di una rete locale di specialisti, in grado di garantire continuità e sostenibilità nel tempo” ha spiegato Agati.
Durante l’ultima missione, sono stati sottoposti a screening cardiologico avanzato 60 bambini, suddivisi in due liste: una per gli interventi eseguibili in Camerun, l’altra per i casi da trasferire in Italia. Le operazioni hanno riguardato cardiopatie congenite non trattate dalla nascita, in quella che i medici definiscono la loro “storia naturale”: condizioni estremamente delicate che, anche nel caso di interventi apparentemente semplici, comportano rischi altissimi per la salute complessiva dei piccoli pazienti.
Il team italiano era composto da cardiochirurghi, cardiologi, neonatologi, anestesisti, perfusionisti, infermieri e intensivisti. Accanto a loro, lo staff locale ha contribuito attivamente alla realizzazione degli interventi, condividendo tutte le fasi operative: dalla diagnosi alla gestione post-operatoria, fino alla circolazione extracorporea. L’ospedale di Yaoundé ha messo a disposizione un modulo di terapia intensiva con sette letti monitorati, una sala operatoria e 14 posti letto per il ricovero pre e post-operatorio.
Grande apprezzamento è arrivato anche dalla Direzione strategica dell’Asp di Messina. “Siamo orgogliosi del lavoro svolto dal team – hanno dichiarato il direttore generale Giuseppe Cuccì, il direttore amministrativo Giancarlo Niutta e il direttore sanitario Giuseppe Ranieri Trimarchi –. Il progetto rappresenta un esempio concreto di solidarietà e cooperazione internazionale. Continueremo a supportare iniziative che riducono le disuguaglianze sanitarie e garantiscono cure di qualità, ovunque siano necessarie”.