FURCI SICULO – L’ufficio tecnico del Comune ha accertato che l’alluvione ottobrina del 2015 che ha colpito il paese, e che ha causato danni per 310 mila euro, con successiva dichiarazione dello stato di pubblica calamità, è stata causata, a parte l’abbondante pioggia, da due criticità: la mancata funzionalità del canalone di raccolta delle acque piovane del vallone Fondacalasi e lo smaltimento acque piovane della pineta e via Grotte. Lo ha accertato il geom. Domenico Gennaro nel corso di un accurato sopralluogo. In particolare il canalone artificiale di raccolta delle acque che sfocia nel torrente Savoca è un po’ strozzato all’uscita, per cui sarebbe necessario procedere alla rimozione della sabbia, erbacce e arbusti. Da qui l’intervento del Comune, per evitare che si ripetano i danni dello scorso anno, durante l’alluvione di fine ottobre. Perché durante il sopralluogo è stato constatato che la condotta di deflusso delle acque piovane, provenienti dalla pineta e dalla via Grotte, è stata seriamente danneggiata. Per cui in caso di abbondanti piogge potrebbe saltare la condotta, causando il riversamento delle acque sull’abitato di via Cesare Battisti, che conduce sulla Statale 114, mettendo a rischio persone e cose. Sulla scorta di questa preoccupante relazione, l’amministrazione del sindaco Sebastiano Foti ha messo subito in bilancio una certa somma, per “procedere alla rimozione della sabbia, erbacce, arbusti e dei vari detriti, mediante l’intervento di un mezzo meccanico” con il relativo trasporto a rifiuto. C’è da dire che in riferimento allo stato di calamità per l’alluvione del 9 e 10 ottobre del 2015, non sono stati ancora ottenuti i dovuti finanziamenti da parte della Regione Siciliana, con la conseguenza che a tuttoggi non è stato possibile il ripristino e la messa in sicurezza delle zone vulnerate. E quindi ci deve pensare il Comune, con spese che graveranno sul proprio bilancio comunale.