Il 30 settembre 2014, a Sant’Alessio, si è tenuta una riunione, fortemente richiesta da cittadini, sostenitori dell’amministrazione, vecchi amministratori, rappresentanti di associazioni e qualche oppositore. L’incontro, nel quale è stata richiesta la presenza dei consiglieri di maggioranza Trischitta Rosario, Mercurio Giovanni Paolo, Brancato Domenico, Siligato Debora e il Presidente del Consiglio Pasquale Giuseppe, che si sono resi disponibili ad incontrare i cittadini, è nato dalla diffusa esigenza, avvertita da molti, di partecipare alle scelte dell’amministrazione e di fare chiarezza su alcuni punti dell’attività amministrativa.
Durante la discussione sono stati toccati i temi della crisi economica, le difficoltà delle attività commerciali, l’aumento delle tasse, la programmazione di eventi e le progettualità per il futuro, con la convinzione dei più, che da un civile confronto di idee e da valide proposte si potessero ottenere solo benefici per il paese e i suoi abitanti. E’ chiaro invece che solo alcuni, i più “rumorosi”, hanno inteso interpretare il senso di un convivio, (“strumentalizzandolo a propria convenienza”), che non aveva affatto lo scopo di proporre assurdità quali il “ rimpasto di giunta”, dal quale i 5 di maggioranza prendono le dovute distanze, ma quello , ben più nobile e di certo più produttivo, di accogliere idee e perplessità di chi vive e crede davvero in Sant’Alessio.
La proposta di Franco Santoro non è la proposta dei consiglieri presenti all’incontro, i quali hanno, tra l’altro, ribadito di aver assunto un impegno quinquennale con questa amministrazione e con questo Sindaco.
“Ci rammarichiamo del fatto che un’iniziativa che aveva tutti i presupposti per essere un importante momento di incontro , lontana dalle beghe politiche, dagli interessi di bottega, dai colpi d’ala, da fantascientifici golpe e ipotetici mandanti, sia stata volutamente stravolta per ottenere popolarità e biechi fini di una politica che non ci appartiene.
Evidentemente non si è ancora raggiunto uno stato di maturità e civiltà tale da consentire l’organizzazione di discussioni aperte anche a taluni avversari politici “