Alla vigilia delle elezioni europee ci viene spontaneo osservare qualche aspetto relativo alla nostra quotidianità ed alla realtà sociale in cui viviamo. Innanzitutto ci pare strano che si debba andare a votare per scegliere i nostri rappresentanti al parlamento europeo. L’Europa è considerata lontana dai nostri problemi di tutti i giorni perché non ci aiuta a trovare lavoro, non sostiene le difficoltà della famiglia, non diminuisce il costo della spesa giornaliera e dei prodotti necessari alla sopravvivenza, non interviene sulla questione degli immigrati, non risolve il debito nazionale. I deputati europei, per lo più, restano nascosti per tutto il tempo del mandato e risorgono al momento delle nuove elezioni senza avere avuto modo di esprimere opinioni, proposte o progetti. Questa caratteristica della politica europea ha accentuato la distanza che si frappone tra i cittadini e le istituzioni, anche perché risulta un ulteriore elemento di fallimento della cosiddetta rappresentanza politica. Non si riesce più a credere agli esponenti politici che ti stanno vicino, quelli della tua città, che vedi passeggiare o sostare in piazza, andare al mercato o alla sacra paesana, figuriamoci come possiamo avere fiducia di quelli che spuntano solo per cercare il voto. In realtà la politica si risolve ancora oggi, dopo tutto quello che abbiamo sperimentato, nella ricerca del consenso all’ultimo minuto, per amicizia o parentela, per un favore fatto, per una promessa, per un interesse particolare, per il tifo alla stessa squadra. In realtà non sembra che sia cambiato nulla, forse gli attori magari più giovani ed entusiasti, ma la scena resta sempre immutata: candidati promettenti di più o meno apparente e bella presenza ed elettori ingenui di forse grande e forte pazienza. A dire il vero non c’è stata campagna elettorale, non si conoscono neppure i candidati e non si sa se valga la pena andare a votare perché sembra inutile un parlamento che non possa determinare una svolta per l’energia pulita e rinnovabile e per la gestione dei rifiuti, che non sappia mantenere sempre la pace e la giustizia, che non garantisca la sicurezza e la certezza dei diritti, che non valorizzi le minoranze e le differenze, che non rispetti l’identità delle proprie origini. E’ da illusi confidare: nei programmi che non si sono manifestati, negli uomini che blaterano parole, nei leaders che si presentano in televisione o nelle manifestazioni pubbliche, negli amici degli amici che appoggiano la qualunque. L’Europa rappresenta una prospettiva davvero fondamentale per la nostra esistenza se fosse orientata nel senso dell’Unione, con l’apporto e la responsabilità di tutti i paesi, mantenendo la cultura della solidarietà e della legalità, realizzando progetti di cooperazione effettiva sul piano economico, sociale, ambientale e culturale, tutelando il processo d’integrazione secondo il criterio dell’inclusione col metodo del dialogo ed ispirandosi alla religione cristiana che può ridare dignità al popolo europeo. Si tratta di ritrovare le radici nella storia che ha caratterizzato il processo di unità senza schierarsi a favore di una fazione contro un’altra, senza sostenere alcun partito politico in modo esclusivo, ma promuovendo la politica della fede in modo che dal timore di Dio e dalla fiducia nella sua potenza possa derivare la pace, la stabilità, la solidità, la sussidiarietà. La mancanza di fede dilagante nella società di oggi provoca crisi continua senza possibilità di risoluzione fino a quando la classe dominante si adagia nel lusso, vive di sperperi, insegue idoli falsi e persevera nell’indifferenza, nella corruzione e nella manipolazione. E’ quanto mai necessario che il popolo d’Europa si ravveda e ricerchi per prima la giustizia, stringa un’Alleanza con Dio e consolidi la fede, mediante la conversione del cuore, collabori con un atteggiamento di calma e si abbandoni in Lui che potrà far scaturire la pace, la tranquillità e la sicurezza contro ogni forma di paura, di esasperazione e di violenza. L’azione di Dio nella storia del popolo che si affida e crede trasforma il comportamento degli uomini che cessano di fare il male ed imparano a fare il bene, attraversando ogni turbolenza con fiducia e nella speranza di un futuro migliore. In queste elezioni non conta più il voto, non valgono nulla i vari programmi, non possono venire fuori deputati efficienti se non si dimostra di poter fare a meno della superbia, dell’arroganza, del cinismo e del malaffare e si sceglie Dio scrivendo nel proprio cuore il nome di Gesù.