SANTA TERESADI RIVA – Dietro front del sindaco Cateno De Luca sul mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace a Santa Teresa di Riva, dopo il disinteresse mostrato dai colleghi del mandamento a contribuire alle spese di gestione. Ora che il serio rischio che l’Ufficio chiuda, ironia della sorte, dopo avere ottenuto il decreto ministeriale per la prosecuzione dell’attività. Dopo avere dichiarato, e fatto approvare dal consiglio e dalla giunta, l’intenzione di accollarsi tutte le spese per il suo mantenimento ed ottenuto, quindi, il benestare del ministero dell’interno, adesso De Luca ha deciso che a contribuire alle spese per il 50 percento del totale, dovranno essere anche gli altri comuni del mandamento. Ha convocato una riunione a Santa Teresa di Riva alla quale hanno risposto solo i comuni di Furci e Sant’Alessio (anche se i sindaci di Limina e Antillo sono poi giunti in ritardo a riunione conclusa) dando tempo fino al 12 maggio per approntare le delibere di giunta con l’impegno finanziario a contribuire per il 50% delle spese al mantenimento del giudice di pace. Spese che sono state quantificate il 145.000 per il personale e 13mila per la gestione. Quindi quasi 160 mila euro, il 50% dei quali (80.000 euro) a carico del comune di Santa Teresa di Riva, ed il restante 50% a carico dei 7 comuni, quindi, circa11.500 annui. A queste cifre dovrebbero essere detratti i contributi che il Ministro della Giustizia assegna ai Comuni come rimborso delle spese sostenute per la gestione degli uffici giudiziari. Il Comune di S.Teresa aggiunge anche una spesa di 510 mila euro per rimettere in sesto il malandato edificio dell’ex pretura che attualmente ospita gli uffici del giudice di pace.
Erano assenti i comuni di Roccafiorita, Forza D’Agrò, Savoca, Casalvecchio. Erano invece presenti il giudice di pace Carmelo Gemelli ed il cancelliere Santo Gaeta. Sostanzialmente, quindi, i sindaci dei comuni del comprensorio hanno confermato il loro disinteresse per il mantenimento del giudice di pace alle nuove condizioni dettate da DeLuca.
Ma perché il sindaco di Santa Teresa di Riva ha cambiato posizione nel giro di un anno? Secondo lui a determinare la nuova situazione che ha fatto cadere il precedente impegno sarebbe il mancato accorpamento dell’ufficio del giudice di pace di Alì Terme con Santa Teresa e la decisione di aggregare Taormina a Messina. Questo ha notevolmente ridotto il bacino di utenza, sicchè per il comune di Santa Teresa diventa oneroso sostenere da solo le spese per Santa Teresa di Riva.
Un ragionamento sul filo del rasoio perché quando è stata formulata la richiesta di mantenimento del giudice di pace a Santa Teresa di Riva (aprile 2013) già si sapeva che i comuni del mandamento S.Teresa – Alì Terme avevano manifestato disinteresse a contribuire alle spese. Nonostante ciò si è andati avanti, il comune di Santa Teresa ha preso l’impegno di farsi “integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia tenuto conto della disponibilità di un immobile di proprietà assolutamente idoneo in quanto funzionalmente da sempre destinato a sede di uffici giudiziari”, si è presentata l’istanza, è stato ottenuto il mantenimento con il decreto firmato dal ministro della Giustizia il 7 marzo scorso, con le spese di funzionamento e di servizio a totale carico del comune richiedente. Solo il 29 aprile la giunta di S.Teresa decide che le spese vanno ripartite tra i comuni, “altrimenti provvederà a revocare la disponibilità che – dice il sindaco – era stata data solo se fosse stato accorpato anche l’ufficio del giudice di pace di Alì Terme che invece ora è stato aggregato a Messina”. Un altro ufficio territoriale sembra destinato a scomparire da S.Teresa…