Le lacrime della statua del bambinello in braccio alla madonna di Porto Salvo non erano di sangue: è arrivata la conferma ufficiale di quello che già si era intuito sin dal primo momento ma a cui i fedeli non volevano credere. I risultati delle analisi fatte eseguire dalla Curia su un campione delle lacrime ed effettuate dal prof. Elio Inserillo, ricercatore presso l’Istituto di ricerca medica e ambientale di Acireale, hanno così confermato ufficialmente che non si tratta di lacrime “umane”. “Non c’è traccia di emoglobina” ha confermato il parroco don Roberto Romeo che sin dal primo momento aveva escluso potesse trattarsi di sangue. Comunque sono state ordinate ulteriori analisi per stabilire la natura del liquido rosso che per giorni ha solcato la guancia sinistra del bambinello. La lacrimazione che si è manifestata per la prima volta il 31 marzo è dovuta ad un fenomeno “naturale”, al quale, però, finora, non è stata data alcuna spiegazione “ufficiale”. Sin dal primo momento il parroco don Roberto Romeo aveva parlato di “vernice”, poi davanti al susseguirsi di nuove lacrimazioni, su suggerimento della Curia, aveva ordinato il prelievo di un campione per le analisi, cercando sempre di tenere basso il “volume” su questo fenomeno che, tuttavia, aveva ben poco di soprannaturale. Non si trattava di “miracolo”, insomma, anche se tutto quanto stava succedendo era inspiegabile. Alla notizia della lacrimazione della statua custodita nella teca della cappelletta fatta costruire sul sagrato della chiesa di Porto Salvo, c’era stato un pellegrinaggio continuo. Tutti volevano vedere e tutti davano una propria interpretazione. Chi per fede chi per ragionamento. Ma la risposta che tutti si attendono è la spiegazione del “fenomeno” che ha portato alla lacrimazione, a quel rivolo rosso sulla guancia sinistra del bambinello in braccio alla madonna. In verità l’ipotesi di un “quasi” miracolo era stata sponsorizzata dallo stesso sindaco di Santa Teresa di Riva che per primo aveva postato sulla sua pagina ufficiale di face book una foto con il liquido rosso che solcava la guancia sinistra del bambinello e scatenando la corsa al miracolo dei suoi supporters. Poi il tamtam mediatico ha fatto il resto ed a Santa Teresa di Riva sono giunti dai comuni vicini, dalle altre province e persino d oltre stretto (dove un fenomeno simile si era registrato a luglio del 2012 a Caraffa di Bianco, nel reggino) per vedere le lacrime del bambinello. Portando fiori e lumini votivi. Lunedì sera è arrivata la notizia che non si trattava di sangue, e confermata ieri mattina dallo stesso parroco: “nessuna traccia biologica”. Per cercare di dare una spiegazione “logica” a questo presunto miracolo abbiamo interpellato un esperto, il maestro Nino Ucchino, che di queste opere scultoree se ne intende. Naturalmente l’ultima parola spetta alla Curia che sin dal primo momento ha seguito questa “lacrimazione” inviando a Santa Teresa il vicario generale mons. Carmelo Lupò che ha personalmente assistito al prelievo del tampone per le analisi. (gi.pu.)
Questa è l’opinione del maestro Nino Ucchino “Questo tipo di statua è vuota al suo interno per cui si possono determinare fenomeni di condensa, in determinate condizioni ambientali di umidità, sbalzi di temperatura, eccessivo calore ambientale. Se la statua e’ di gesso, la condensa viene assorbita dallo stesso con rari fenomeni visibili all’esterno. Nel caso, invece, di una statua realizzata con materiale resinoso o plastico, come nel nostro caso della Madonna di Porto Salvo, la condensa che si viene a creare tende ad uscire dall’unico foro disponibile, l’occhio. Difatti generalmente nelle sculture di tipo religioso gli occhi fatti di madreperla o di vetro vengono applicati successivamente alla realizzazione della statua negli appositi alloggiamenti. Se l’incastonatura non è perfettamente ermetica, anche un forellino microscopico puo’ dare adito a fenomeni di lacrimazione con la fuoriuscita della condensa interna, che si colora a secondo del materiale che incontra nel suo cammino verso l’esterno”. (gi.pu.)
La storia – Il “miracolo” si manifesta lunedì 31 marzo. Racconta don Romeo:“Quando mi si fece notare la presenza del liquido sugli occhi del Bambinello, non attribuendo alla cosa alcun valore trascendentale, mi premurai immediatamente a pulire la statua. Si trattava di vernice, di una reazione chimica dovuta alle particolari condizioni della giornata. Da quando è stata inaugurata la cappella la statua in vetroresina è esposta al sole e questo con il primo caldo potrebbe avere provocato questo fenomeno”. Qualche giorno dopo, però, venerdì 5 aprile il fenomeno si manifestò nuovamente: “A quel punto, informata l’Autorità ecclesiastica e le Autorità militari, mi fu espressamente ingiunto di non rimuovere il liquido. L’evento di massa generato dai fedeli e dai curiosi con i loro continui pellegrinaggi, infatti, avevano creato le condizioni per dovere intervenire con atti ufficiali, quali ad esempio analisi chimiche e quanto altro potesse dirimere la questione”. Ci fu una nuova lacrimazione mercoledì 9 aprile, il giorno prima del prelievo, e una quarta sabato 12 aprile. (gi.pu.)