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martedì, Settembre 23, 2025
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Tra due mesi chiude lo Smista Usato di Roccalumera. Poveri ed extracomunitari in rivolta.

ROCCALUMERA – “Abbiamo saputo che tra qualche mese chiuderà lo Smista Usato. Come faremo. Siamo poveri ed io vesto qui la mia famiglia”. E’ l’amaro commento di Silvia, una signora romena da cinque anni trapiantata a Roccalumera. E come lei sono tante le donne (del posto ed extracomunitarie) che giornalmente raggiungono il centro “Smista Usato” ubicato nei locali di via Umberto I, al numero civico 92, per fare scorte di vestiti, cappotti, giacche, pantaloni, impermeabili e scarpe. Ma vengono anche le giovani mamme, che trovano per i loro bambini non solo vestitini e tutine ma anche i passeggini. Ed è un via vai continuo questo centro di smistamento degli abiti usati. Mogli, papà, ma pure giovani ragazze scelgono magliette e jeans che famiglie benestanti lasciano ogni giorno alle due donne che gratuitamente prestano servizio presso questo Centro. Ma adesso il locale chiuderà i battenti, anche perché l’associazione “E Berta Filava” che gestisce lo “Smista Usato” non ha più le forze economiche per tenere in vita la struttura. “Possibile – ha detto Ramona, una ragazza del posto – che nessun Comune, nessun Ente, nessun politico, può risolvere questa situazione umanitaria?”. In questo locale, diventato simbolo della lotta alla povertà, convergono (e sempre di più) tanti bisognosi di Alì Terme, Nizza, Roccalumera, S.Teresa, Furci Siculo, Limina e Antillo. Teresa Brancato, la responsabile dell’associazioni e del servizio erogato, è sfiduciata: “non riusciamo più a far fronte alle spese (affitto della casa, luce, ecc.) per cui abbiamo disdetto il contratto di casa e quindi siamo costretti a chiudere”. E così tra due mesi calerà il sipario su questo servizio gratuito indirizzato alle persone bisognose. Sono cinque anni che lo Smista Usato di Roccalumera veste la gente povera. Sono cinque anni che da tutti i comuni del comprensorio jonico famiglie in difficoltà economica vengono qui per fare scorte di vestiti, scarpe e camicie. E come tante altre le cose di grande utilità, per la gente, per i poveri, per gli emarginati, è destinata a chiudere. Per sempre.

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