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lunedì, Settembre 22, 2025
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Chiude lo Smistausato di Roccalumera. Ha vestito poveri ed extracomunitari

Roccalumera – Dal primo luglio chiude lo Smistausato. Una struttura che ha dato e dà vestiario e quant’altro a centinaia di poveri ed extracomunitari residenti nei comuni tra Capo Alì e Capo S.Alessio. E dispiace, perché ogni giorno i locali dello Smistausato sono presi d’assalto da almeno cinquanta persone povere e bisognose, che cercano un cappotto per combattere il freddo, dei vestitini per i propri bambini o dei pannoloni per i genitori ammalati. Ma adesso non ci sono più soldi per pagare l’affitto, per mandare avanti la baracca. Il parroco di Mandanici ha assicurato il suo contributo per i primi mesi, adesso Teresa Brancato, titolare dell’associazione “E Berta Filava” che gestisce il locale, non riesce con le poche elemosine giornaliere a pagare l’affitto, acqua e luce. E così il locale chiude. “Nato circa tre anni fa in un garage di proprietà del comune di Roccalumera da una mia idea e con l’appoggio incondizionato dell’allora sindaco Gianni Miasi – racconta Teresa Brancato – è diventato subito un locale utile per tutti, un luogo dove ogni oggetto veniva ricollocato. Un posto dove l’offerta e la richiesta si compensavano in modo naturale. Dove pannolini, sedie a rotelle, mobili, frigoriferi, vettovaglie, abiti, carrozzine e giocattoli e alle volte cibo, venivano ricollocati senza nessun tipo di problema. Un luogo frequentato da tantissima gente. Gli anni passarono e quel posto tanto voluto divenne una realtà funzionale di smistamento dell’usato di tutta la riviera jonica. Valido supporto per la povertà dilagante e non solo”. La Brancato si ferma e prende fiato. E’ un po’ emozionata. Tarpare le ali ad una sua creatura, che tanto aiuto ha dato alle persone in miseria, crea comprensibile dispiacere. Adesso l’associazione “E Berta Filava” ha preso in affitto un nuovo locale, ma qui le spese sono aumentate. “Per pagare il mensile – ha continuato Teresa Brancato – ho preso un salvadanaio e, con l’aiuto di un parroco dalle piccole risorse economiche, ho chiesto due euro a tutti quanti. Così ho ricominciato daccapo, stavolta in un locale non del comune, ma preso in affitto: 500 euro al mese più le spese di gestione. Ma le elemosine non sono bastate a coprire le spese, e solo con la vendita dei miei libri, perché io mi diletto a scrivere, sono riuscita a mantenere in vita un posto destinato a scomparire. Ma le spese sono sempre eccessive. Adesso ho disdetto il contratto d’affitto e quindi il 1° luglio consegnerò i locali. Per concludere voglio dire che chi specula sullo Smistausato venga a toccare con mano la realtà che ci circonda”. E si, perché ci sono pure persone che criticano chi si sacrifica con amore, impegno e costanza in difesa degli emarginati e della povera gente. E l’associazione “E Berta Filava” si è attivata in questi anni a porgere la mano a chi ha avuto bisogno, alle persone sole e in crisi economica. Quanti sacrifici per i poveri, quante iniziative. Adesso un castello che crolla, addosso alla povera gente che allo Smistausato di Roccalumera ha trovato sempre e gratuitamente vestiti, scarpe, passeggini, mobili e un grosso sorriso.

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