In Sicilia ci sono undici “consorzi di ripopolamento ittico” che da due anni non producono nulla e attendono solo di essere soppressi, visto che ormai si punta sui Gruppi di azione costiera (Gac) per tutelare la fascia costiera e la pesca siciliana. Intanto i consorzi sopravvivono e fanno debiti. Sono enti regionali, ma la legge che li cancellerà si è arenata in commissione bilancio, la Regione non eroga più un centesimo, i commissari straordinari devono fare i salti mortali per pagare il personale rimasto con i contributi che erogano i comuni che ne fanno parte e che non sempre arrivano puntuali. Ed i debiti aumentano sempre più. In difficoltà pure il consorzio di ripopolamento ittico “Peloritani Ionici” che ha sede a Nizzadi Sicilia in via Galilei. Fanno parte del Consorzio: l’Assessorato alla Cooperazione, Commercio, Artigianato e Pesca ed i Comuni di: Itala, Alì Terme, Nizza di Sicilia, Pagliara, Roccalumera, Furci Siculo, Mandanici, Savoca, Ali’, Forza d’Agrò, Scaletta Zanclea e Santa Teresa di Riva. Il consorzio è guidato da un commissario ad acta, il dottor Carmelo Nicotra, funzionario regionale, nominato con decreto dell’Assessore regionale per le Risorse Agricole e Alimentari n. 161/Gab. del 22 ottobre 2013. Doveva restare in carica 4 mesi “e comunque fino all’insediamento del nuovo organo”. E’ lo stesso funzionario che attesta il fallimento del Consorzio. “Non portiamo avanti nulla – dichiara – da quando mi sono insediato ho provato a ridurre tutte le spese. Avevamo una ordinanza di sfratto e ora aspettiamo il trasferimento presso locali dell’ex Provincia. Ci sono comunque debiti incredibili da affrontare, mentre non tutti i Comuni hanno pagato la propria quota”. Quei pochi soldi che entrano servono a pagare l’unico dipendente rimasto, mentre per pagare i debiti mancano 130 mila euro”.