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sabato, Luglio 19, 2025
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“Il racket non c’entra”

SANTA TERESA DI RIVA – “Il mio furgone non è stato incendiato dal racket: i motivi sono ben altri e li ho illustrati dettagliatamente ai carabinieri”: il titolare del negozio di elettrodomestici, G. B., ci incontra per raccontarci le sue verità, quattro giorni dopo che il suo furgone Iveco Daily, parcheggiato davanti al suo negozio in via Francesco Crispi, è stato distrutto da un incendio doloso. “Sono perseguitato da 25 anni dalla giustizia – ci dice – ci sono dei processi che non si riesce a chiudere in modo che per me è inspiegabile”. E racconta che le sue disavventure sono cominciate in seguito ad una fornitura in un comune vicino “dove mi venne chiesta una tangente, ma feci l’errore di non pagare, anzi denunciai tutto alla Procura della Repubblica. Da quel momento passai da vittima a carnefice, avevo pestato un verminaio, ed ancora oggi ne pago le conseguenze”. Naturalmente diceche le sue “disavventure sono cominciate 25 anni fa, ma non dice se tra i fatti di allora e quelli di qualche giorno fa, c’è un nesso, un collegamento. “Ho raccontato tutto ai carabinieri, è tutto a verbale, ma di più non posso dire” aggiunge, chiudendo praticamente il discorso, anche se si capisce lontano un miglio che vorrebbe vuotare il sacco, fare nomi e cognomi. Qualcosa, però, prima di salutarci, se la lascia sfuggire, mezza parola: “Avevano cominciato con mio figlio, li ho fatti smettere”. Insomma la cosa sta prendendo una piega sulla quale i carabinieri della compagnia di Taormina e della stazione di Santa Teresa di Riva avranno il loro bel da fare. Come si ricorderà il furgone della ditta di cui è titolare G.B. è stato dato alle fiamme la notte di Natale. A spegnere l’incendio sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di Letojanni mentre i carabinieri di Santa Teresa di Riva hanno raccolto le testimonianze del proprietario e di altre persone. I vigili del fuoco hanno confermato la natura dolosa dell’incendio che è stato appiccato nella cabina di guida e da qui si è propagato nel vano motore. Un po’ come era successo nel 2004 quando venne dato alle fiamme un altro furgone della stessa ditta. In quella occasione i responsabili vennero assicurati alla giustizia. Si trattava di un paio di balordi che qualche tempo prima avevano preso di mira un deposito della ditta di elettrodomestici.

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