SANTA TERESA DI RIVA – Sono state abbattute le prime baracche nell’accampamento nomadi che si era creato sulla sponda sinistra torrente Agrò, in un’area compresa tra piazza del Mercato e il depuratore di Catalmo. L’operazione continuerà fino all’abbattimento di tutti i ricoveri e la pulizia dell’area. Ieri mattina il comandante della polizia municipale, cap. Diego Mangiò, ed il direttore dell’ufficio tecnico, geom. Franco Cisto, con una pattuglia di vigili hanno assistito gli operai dell’impresa che è stata incaricata dell’intervento, ma non ci sono stati problemi di sorta. Anzi quasi tutte le baracche erano state abbandonate, dopo che nei giorni scorsi i vigili urbani avevano avvertito gli occupanti che si sarebbe proceduto allo sgombero. Le operazioni saranno coordinate dalla polizia municipale e dai carabinieri. I vigili hanno trovato una situazione di estremo degrado peggiore di quanto si potesse immaginare. I ricoveri costruiti con mezzi di fortuna nel canneto che costeggia il percorso ecologico sono più numerosi di quanto si aspettasse. In uno di essi ci abita una donna incinta, in altre famigliole con bambini, tutti di etnia rom, in condizioni igieniche molto approssimative. Queste operazioni si ripetono con una certa frequenza in questa area della zona sud di Santa Teresa di Riva ma poi, dopo lo sgombero, puntualmente, dopo un breve periodo, ricominciano a spuntare nuovi ricoveri per chi evidentemente non ha dove dormire. L’amministrazione comunale una volta ricevuta la segnalazione o in seguito ad accertamento dei vigili deve agire secondo legge,”per prevenire gravi pericoli che minacciano l’incolumità e la sicurezza urbana” come si legge nell’ordinanza sindacale “con tingibile ed urgente in materia di incolumità pubblica”. La questione rimane però sempre la stessa: può la povertà essere considerata soltanto una questione di ordine pubblico?
Campo rom, cominciato lo sgombero. Ma può la povertà essere considerata questione di ordine pubblico?
