SANTA TERESA DI RIVA – Un albo di professionisti e artigiani che siano disponibili a prestare un po’ del proprio tempo professionale e della loro manualità artigianale per mettersi al servizio di chi, povero tra i poveri, non può permettersi un avvocato o un idraulico, tanto per citare i “professional” più richiesti. E’ l’appello lanciato da padre Gerry Curro, arciprete del Santurario della Madonna del Carmelo di Santa Teresa di Riva a tutti i professionisti cittadini. Un “pro bono publico” di latina memoria, pratica spesso attuata nella professione legale, che qui si vorrebbe estendere ad altre professioni. Non solo volontariato, ma un po’ della propria professionalità a disposizione di coloro che non sono in grado di affrontarne il costo. Si tratterebbe di scrivere una lettera o di aggiustare un rubinetto a chi in questo momento non racimola nemmeno gli spiccioli per comprasi un tozzo di pane, eppure quella lettera l’ha di bisogno per evitare di subire un torno o quel rubinetto che gocciola non lo sopporta più ed in mezzo ai tanti guai diventa una montagna insormontabile. La proposta a professionisti e artigiani la fa l’arciprete del Santuario della Madonna del Carmelo, padre Gerry Currò, che nei giorni scorsi ha lanciato un’altra proposta che ha subito raccolto l’adesione dell’amministrazione comunale: “le parrocchie in rete” per aiutare i meno abbienti. L’appello che padre Gerry lancia, affiancato da padre Roberto Romeo, guida della parrocchia Santa Maria di Porto Salvo, una delle più grandi della riviera jonica, è rivolto a tutti, a coloro che sentono di doversi mettere al servizio della comunità dei poveri. “E’ anche questo un atto di carità cristiana – spiega padre Gerry – che serve alla comunità al pari del banco alimentare o del piatto caldo che si può offrire a chi veramente non ha nulla”. Nel frattempo va avanti il progetto di Una “rete delle parrocchie” per far fronte alle nuove povertà che sono in aumento anche a Santa Teresa di Riva. E’ una proposta di messa in “rete” delle parrocchie, con la registrazione dei meno abbienti. La proposta sembra buona, l’amministrazione comunale si è immediatamente dichiarata disponibile dopo che è stata lanciata l’idea, gli esperti la stanno trasformando in progetto. Perdita del lavoro, disoccupazione, nuova povertà: è la faccia triste della realtà locale che, giorno dopo giorno, emerge in tutto il suo disagio. La crisi galoppa e gli operatori locali impegnati nel sociale registrano ogni giorno nuovi e numerosi casi di indigenza. Tra le istituzioni “di frontiera” che danno del «tu» al bisogno di padri di famiglia e giovani senza lavoro, naturalmente, vi sono le parrocchie. Queste ultime intervengono in favore dei meno abbienti, solitamente attraverso la distribuzione di beni di prima necessità o anche facendosi carico di fornire aiuti economici a chi non ce la fa, per il pagamento di bollette e affitto. “Il cammino della solidarietà sociale presenta ostacoli difficili da sormontare spiega padre Currò – specie quando scarseggiano le derrate alimentare da distribuire a chi tende una mano. La nostra parrocchia raccoglie beni di prima necessità per sopperire alle difficoltà degli indigenti grazie ai volontari che spesso organizzano collette e raccolte con la collaborazione dei supermercati cittadini. Ma non bastano mai”. Sono sempre attive anche alcune associazioni cittadine che periodicamente organizzano raccolte di derrate alimentari davanti ai supermercati. E il buon cuore di Santa Teresa di Riva ogni volta risponde con generosità all’iniziativa. In città, vi sono delle situazioni al limite, con casi in aumento di nuova povertà, disagio e disperazione. “Si rivolgono a noi – continua padre Gerry – persone che hanno perso il lavoro o che aspettano gli arretrati e non sanno come andare avanti. Bisogna canalizzare tutte le risorse per fare fronte comune all’indigenza”.