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venerdì, Luglio 11, 2025
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S.Alessio, aggregazione di Scifì, decisione alla Ponzio Pilato – INTERVISTA A BARTORILLA

SANT’ALESSIO – Il consiglio comunale di Sant’Alessio ha deciso di non decidere sulla proposta di revoca della delibera del 2008 con la quale si esprimeva gradimento all’aggregazione della frazione Scifì che voleva separarsi da Forza D’Agrò. La maggioranza si è spaccata sulla proposta di revoca che il consigliere – assessore Pippo Bartorilla aveva portato all’ordine del giorno, e fatto emergere le contraddizioni che ci sono in questa amministrazione. Alla fine, dopo quasi due ore di discussione con molti interventi qualificati e qualche ambiguità, il presidente del consiglio Giuseppe Pasquale ha proposto l’astensione sulla proposta di revoca, provocando le proteste (legittime, visto che si doveva votare sulla proposta e non astenersi alla Ponzio Pilato) dei quattro consiglieri di minoranza, che hanno votato contro, ma l’astensione è passata con cinque voti, quelli della maggioranza meno Pippo Bartorilla che si era allontanato perché doveva seguire il consiglio comunale di Alì dove svolge le mansioni di segretario comunale. Il sindaco Rosa Anna Fichera ha voluto salvare le apparenze evitando di forzare alla mano alla sua maggioranza ormai divisa, anche perché essendole arrivata in soccorso la minoranza che con le dichiarazioni del capogruppo Giuseppe Riggio e di Daniela Carnabuci si erano dichiarati favorevoli alla revoca, non aveva certo problemi di numeri. La Carnabuci ha articolato il suo intervento sull’aspetto tecnico – finanziario e sui costi-benefici. Perché la domanda a cui il consiglio non ha saputo rispondere perché non ne aveva gli elementi per farlo, era una sola: quanto ci costerà l’annessione di Scifì? “Il nostro bilancio -si è chiesto la Carnabuci – è in grado di sostenere il peso economico della annessione di Scifì? Noi in questo momento facciamo fatica a garantire i servizi ai nostri concittadini, figuriamoci se dovremo frazionare ulteriormente le poche risorse che abbiamo”. Il consigliere Pippo Bartorilla, anche nella sua qualità di assessore al bilancio ha preliminarmente messo in chiaro di non avere gradito il tono con il quale il comitato Pro Scifì ha chiesto al consiglio comunale di pronunciarsi sulla volontà di aggregare la frazione, quindi ha spiegato che “non ci sono le condizioni per l’allargamento del territorio, perché dal 2008ad oggi lo scenario è cambiato, è cambiata la situazione politica e amministrativa e dobbiamo salvaguardare l’interesse pubblico. L’aumento di popolazione e il raddoppio del territorio non ci faranno avere più contributi statali, ma solo maggiori spese che il nostro attuale bilancio non può permettersi”. Il capogruppo di minoranza Giuseppe Riggio ha sottolineato come possa sembrare grave revocare una delibera adottata da una precedente amministrazione, “ma che ciò si rende necessario quando quest’atto è stato adottato con molta superficialità e senza conoscere gli oneri cui si andava incontro”. Il consigliere Gianpaolo Mercurio ha parlato “delle enormi potenzialità urbanistiche del nuovo territorio e che ogni valutazione deve guardare il medio e lungo termine, non le difficoltà immediate”. Ha parlato del raddoppio del territorio e della possibilità di spostare a monte in territorio di Scifì la zona artigianale liberando aree a Lacco e Brisi. “E poi ci sono gli scavi archeologici che dovranno essere valorizzati”. Il vice sindaco Cacciola ha sottolineato come a quella delibera del 2008 non ci sia stata alcuna osservazione dei cittadini che comunque andrebbero consultati prima di un passo del genere. Ma in sostanza era favorevole alla annessione. Pensiero condiviso anche dal consigliere Rosario Trischitta. Il sindaco Rosa Anna Fichera ha condiviso le preoccupazioni espresse dai consiglieri ed ha sottolineato che sono troppi cinque anni di istruttoria e che comunque “ieri come oggi alla richiesta di aggregazione non c’è allegato alcun piano finanziario che ci possa far capire a cosa andiamo incontro dal punto di vista economico. Come amministratore mi pongo il problema di un possibile default perché andremo a caricare il nostro bilancio di oneri che al momento non possiamo sopportare”. Ed ha ricordato che solo grazie ad una sana gestione il comune di S.Alessio, nonostante dalla Regione sia arrivato solo il 60% dei trimestralità, è riuscito a pagare puntualmente e mensilmente gli stipendi a impiegati e precari. “Attenziono l’aspetto economico – finanziario perché lo ritengo un atto di responsabilità amministrativa”. Quindi il consiglio ha deciso di non decidere. Ora lo scenario che si apre è che se dovesse passare il referendum, Sant’Alessio si ritroverà automaticamente aggregato Scifì senza poter dire una parola. Ma forse l’ultima non è stata ancora scritta, il ricorso al Tar contro il decreto-referendum che non coinvolge gli elettori di S.Alessio è sempre possibile. Alla seduta erano assenti, per impegni di lavoro, i due consiglieri di maggioranza Brancato e Molino.

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