Roccalumera – In difesa di Teresa Brancato titolare dell’associazione “E Berta filava” che gestisce lo “Smista usato” di Roccalumera è arrivato padre Domenico Manuli, titolare delle parrocchie di Rocchenere, Locadi e Mandanici. Il reverendo ha fatto capire che se lo “Smista usato”, dopo tante polemiche, dovesse traslocare dal municipio di Roccalumera, lui sarebbe disposto a pagare l’affitto mensile del nuovo magazzino. E come? “Con i soldi raccolti nelle chiese, col mio contributo e quello dei miei amici, riuscirò a pagare l’affitto di un nuovo locale. Affinchè questo centro dell’usato sopravviva ed i poveri non perdano così contatto con questo loro punto di riferimento ”. Uno schiaffo alle istituzioni, ai sindaci del comprensorio, alla gente ricca che magari dispone di locali a sufficienza. Lo “Smista usato” attualmente è ubicato al piano terra del municipio di Roccalumera e assiste e dà vestiario gratis ai poveri di della zona. “In questi locali vengono bisognosi e indigenti di S.Teresa, Furci, Nizza, Roccalumera e dai centri collinari – ha dichiarato Teresa Brancato – Soprattutto vengono immigrati, stranieri, negri, extracomunitari, senza un euro in tasca e con gli indumenti stracciati. Ed allora è giunto il momento che questi sindaci trovino una soluzione al problema, invece di lavarsi le mani”. In verità lo “Smista usato” di Roccalumera rappresenta un punto di riferimento per tutte le famiglie che vivono in cattive condizioni economiche e che non hanno la possibilità di vestirsi, di comprarsi un pantalone o una giacca, un cappotto o un paio di scarpe. “La povertà non va nascosta – ha detto ancora la Brancato – e tutti dobbiamo contribuire a dare aiuto a chi ne ha bisogno”. I locali dello “Smista usato” dovevano essere lasciati liberi ieri, secondo il referto dei medici dell’Asl di Messina, che hanno effettuato nei giorni scorsi un sopralluogo. In verità lo stanzone è pericolante, privo dei servizi igienici e poco confortevole. L’associazione “E Berta filava” l’ha avuto in comodato d’uso dall’ex sindaco Gianni Miasi. E sin dal primo momento è stato un continuo punto di riferimento per la gente povera ed emarginata. La nuova amministrazione ha accertato però che i locali al piano terra del municipio, dove appunto viene gestito lo “Smista usato”, sono pericolanti perché dal sovrastante balcone continuano a staccarsi pezzi di calcinacci ed i più lo stanzone, privo dei servizi igienici, va rimesso a nuovo e destinato a magazzini del comune. Una prima volta il sindaco Gaetano Argiroffi ha scritto una lettera alla Brancato invitandola a lasciare i locali a partire dallo scorso primo ottobre. Ma non si è mossa foglia. Successivamente nel corso di un sopralluogo dei medici dell’Asl è stato accertato che i locali non sono agibili. Un’altra lettera del sindaco alla signora Brancato, invitandola a lasciare il piano terra del municipio entro cinque giorni. Ma anche questa volta non si è mossa foglia. Anzi sono scesi in campo i difensori dell’associazione “E Berta filava” sostenendo che i locali non devono essere chiusi. Però i tempi stringono e potrebbe verificarsi uno sgombro forzato del locale. Intuendo questa possibile soluzione e captando la totale indifferenza degli altri sindaci del comprensorio, è sceso in campo il rev. Domenico Manuli, il quale ha dichiarato: “troviamo una nuova soluzione, troviamo un’altra strutture ed io mi impegno a pagare parte dell’affitto; in modo che i poveri della zona abbiamo sempre questo punto di riferimento”. Nel mentre, ovviamente, si spera che anche i sindaci di Nizza, Furci, Roccalumera e S.Teresa si attivino per trovare un locale idoneo dove l’associazione “E Berta filava” possa proseguire a gestire lo “Smista usato” e continuare a dare una carezza a chi ne ha di bisogno.