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venerdì, Luglio 4, 2025
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Parco archeologico e naturistico Valdagrò, occasione da non sprecare

CASALVECCHIO – Il “Parco archeologico e naturalistico” della Valle d’Agrò, con al centro l’Abbazia arabo normanna di Casalvecchio e gli scavi per la fattoria di epoca romana emersi a Scifì (Forza D’Agrò), proposto venerdì nel vertice promosso dal sindaco di Casalvecchio, Marco Saetti, è una occasione da non perdere. L’ultima, forse, che si presenta per rilanciare la Valle e la sua economia. Troppe volte negli ultimi trenta anni le speranze si sono sciolte come neve al sole, per cui bisogna fare sistema se si vuole venire a capo di questa grande scommessa che sembra l’uovo di Colombo, ma senza l’impegno convinto degli otto sindaci della Valle potrebbe restare la solita enunciazione buona per i soliti convegni sul turismo. Tutti d’accordo, quindi, gli otto sindaci del Comuni della Valle sulla necessità di prendere al volo questa opportunità che ha già trovato due validi sostenitori come gli assessori regionali Nino Bartolotta (lavori pubblici e infrastrutture) e Maria Rita Sgarlata (beni culturali e identità siciliana) presenti venerdì al vertice che ha tenuto a battesimo questa idea progetto. Il dibattito che è stato aperto dal sindaco di Casalvecchio, Marco Saetti, con i suoi “tre passi” : fruizione a tempo pieno dell’Abbazia (che è al centro dell’intero progetto) e info point per i turisti; viabilità di fondo valle; sviluppo; ha trovato tutti d’accordo. Da padre Agostino Giannone parroco di Casalvecchio, a Jolanda Scelfo, consigliere nazionale della federazione dei club Unesco, a Lidia Signorino, responsabile beni demaniali soprintendenza di Messina, ai sindaci Filippo Ricciardi (Limina), Fabio Di Cara (Forza D’Agrò), Rosa Anna Fichera (Sant’Alessio), Santino Russo (Roccafiorita), Davide Paratore (Antillo), Sebastiano Foti (Furci), a Santino Mastroeni, past president dell’Archeoclub area Jonica che già nel 1999 aveva proposto questo monumento come patrimonio dell’Unesco. Ed allora sotto con il primo step: la fruizione a tempo pieno del monumento. L’assessore regionale ai beni culturali Maria Rita Sgarlata si “esposta” prendendo un impegno in questa direzione, promettendo di sollecitare la soprintendenza per una sinergia con il comune che si è offerto di collaborare; aumentando i servizi igienici, ed istituendo l’info poin nel monastero. Il secondo step è la viabilità di fondovalle per raggiungere l’Abbazia. L’assessore regionale ai lavori pubblici, Nino Bartolotta, ha indicato il percorso: un comune, scelto tra gli otto, al cui ufficio tecnico si faccia carico (anche con la collaborazione dei tecnici degli altri comuni) di progettare la strada che colleghi Santa Teresa all’Abbazia, bypassando il tracciato tutte curve e strettoio della strada provinciale 17 che si chiama dei “Santi Pietro e Paolo d’Agrò” ma che si ferma un chilometro prima dell’Abbazia, alla periferia della frazione Contura Superiore di Savoca. Con questo progetto presentarsi al tavolo della programmazione regionale per ottenere il finanziamento.

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