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lunedì, Maggio 12, 2025
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Messina, arrestate la moglie dell’ex sindaco Buzzanca e la moglie del deputato Genovese

Messina – Ci sono anche la moglie del deputato del Pd Francantonio Genovese, Chiara Schirò, e quella dell’ ex sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca (Pdl), Daniela D’Urso, tra le persone arrestate oggi dalla Guardia di Finanza e dalla polizia nell’ambito di un’inchiesta sui corsi di formazione regionale a Messina. Entrambe avrebbero avuto un ruolo in due enti di formazione. L’accusa nei loro confronti e’ di associazione a delinquere finalizzata al peculato e alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche destinate al finanziamento di corsi formativi nell’ambito di progetti approvati dalla Regione e finanziati con denaro proprio, dello Stato e del Fondo sociale europeo. Gli arrestati sono:  Elio Sauta, 52 anni, Graziella Feliciotto, 54 anni, Chiara Schirò, 44 anni, Concetta Cannavò, 54 anni,Natale Lo Presti, 50 anni, Nicola Bartolone, 46 anni, Carmelo Capone, 52 anni, Natale Capone, 48 anni, Giuseppe Caliri, 44 anni, Daniela D’Urso, 44 anni. Il Gip Giovanni De Marco ha anche disposto nei confronti di Carlo Isaja, 47 anni, la sospensione per due mesi dall’Ispettorato provinciale del lavoro di Messina. (Fonte ANSA)

IL COMUNICATO DELLA GUARDIA DI FINANZA

Coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina, dalle prime ore dell’alba di questa mattina uomini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza e della locale Sezione di Polizia Giudiziaria della Polizia di Stato stanno dando esecuzione a dieci ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e ad una misura di sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio nei confronti di undici soggetti messinesi, a seguito del provvedimento emesso dal G.I.P..

Ai destinatari delle misure cautelari viene contestato il delitto di associazione a delinquere finalizzata al peculato e alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche destinate al finanziamento di progetti formativi tenuti da tre centri di formazione professionale operanti nella provincia di Messina: L.U.Me.N. (Libera Università Mediterranea di Naturopatia), A.R.A.M. (Associazione per le Ricerche nell’Area Mediterranea) ed A.N.Co.L. (Associazione Nazionale delle Comunità di Lavoro).

Le indagini, dirette dal Procuratore Aggiunto, dott. Sebastiano Ardita, e dai Sostituti, Camillo Falvo, Fabrizio Monaco ed Antonio Carchietti, hanno scandagliato l’attività posta in essere dai predetti enti negli ultimi anni, consentendo agli investigatori di appurare l’esistenza di un sistema grazie al quale venivano gonfiati i prezzi delle prestazioni di servizio o degli acquisti di beni necessari per l’attività degli enti.

Più in particolare, sono state provate prestazioni totalmente simulate, sovrafatturazione delle spese di gestione relative agli affitti, al noleggio delle attrezzature e alla pulizia dei locali in cui venivano tenuti i corsi di formazione.

Grazie a tali artifici, i rappresentanti legali dei centri di formazione, attraverso la compiacenza di società i cui titolari erano ad essi legati da vincoli di parentela e/o di fiducia, riuscivano a documentare spese a prezzi notevolmente superiori a quelli di mercato, inducendo così in errore gli enti pubblici nella fase di erogazione dei finanziamenti.

Attraverso tali illeciti comportamenti, i centri in questione, che hanno come scopo l’organizzazione – senza fini di lucro – di corsi formativi nell’ambito dei progetti approvati dalla Regione Siciliana, e da questa interamente finanziati mediante denaro proveniente direttamente dalle casse regionali, dello Stato e dell’Unione Europea per il tramite del Fondo Sociale Europeo, hanno ottenuto finanziamenti per importi di gran lunga superiori ai costi effettivamente sostenuti, con conseguenti enormi sprechi di denaro pubblico ed illeciti arricchimenti.

I dettagli saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa prevista per le ore 10,30 odierne presso il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Messina, cui prenderà parte anche l’Autorità Giudiziaria.

IL COMANDANTE PROVINCIALE

(Col. t ST Vincenzo Vellucci)

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I PRIMI COMMENTI

Gli arresti di stamani a Messina, delle mogli del deputato PD Genovese e dell’ex sindaco PDL della città Buzzanca, relativi ad indagini che da giorni investono il comparto della formazione professionale in Sicilia, ci confermano un quadro drammatico di immoralità, sprechi e abusi. La formazione è stata usata non per dar speranza e futuro alle nuove generazioni ma come vero e proprio bancomat elettorale da cui tirar fuori ingenti somme di denaro e di voti. Un sistema marcio che coinvolgendo le maggiori formazioni politiche traeva la forza e la speranza dell’impunità”. È il commento del deputato e coordinatore regionale siciliano di SEL Erasmo Palazzotto e del garante della federazione messinese di SEL Francesco Alparone. Per i due dirigenti di SEL “Una gigantesca questione morale investe la politica siciliana e non si può continuare a far finta di non sapere e di non vedere. Le inchieste sul sistema Giacchetto, le ultime rivelazioni sul voto di scambio ad Alcamo e il modello Messina chiamano in causa sempre più spesso esponenti di primissimo piano del Partito Democratico. Il silenzio assordante dei vertici regionali e nazionali del PD – conclude Palazzotto- alimenta quel deleterio clima di sfiducia verso la tutta la politica che rischia di essere letale per la democrazia”.

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