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lunedì, Luglio 7, 2025
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Siti siciliani Unesco allo sbando. Si rischia la cancellazione

In Sicilia i beni culturali, storici e paesaggistici sono allo sbando. Un patrimonio che il mondo ci invidia, e che disinteresse, lassismo ed ottusità amministrativa mettono sempre più a rischio. Una considerazione questa certamente non nuova, e che ieri a Catania, in occasione della presentazione del nuovo Dossier di Salvalarte Sicilia sui siti Unesco siciliani è apparsa con ancora maggiore evidenza. Lo ribadisce anche Gianfranco Zanna, direttore regionale di Legambiente Sicilia, che puntualizza come dalla pubblicazione del dossier precedente, risalente al novembre 2011, nulla sia cambiato. Tanto da poter parlare di “Unesco alla siciliana”: si moltiplicano i pericoli per i siti patrimonio dell’umanità del nostro territorio, unitamente alla perdita delle opportunità di sviluppo che questi beni, se adeguatamente valorizzati, potrebbero determinare per la Sicilia. Non si tratta soltanto di un problema di programmazione. Sebbene sia dimostrato che dopo l’inserimento nella lista dei patrimoni Unesco un sito incrementi sino al 30% in più i suoi visitatori, al riconoscimento è spesso seguita l’inerzia. Eppure dalla World Heritage List si può anche essere cancellati. Accade quando servizi offerti e valorizzazione del bene non corrispondono più agli standard previsti. La mancata definizione o rispetto delle previsioni contenute dei Piani di gestione dei siti Unesco poi, comporta la perdita di importanti finanziamenti che servirebbero a potenziare i servizi in loco, originando un circolo vizioso di incuria e degrado. Una prospettiva che va scongiurata e che spinge Legambiente ad avanzare due proposte. Innanzitutto “l’attivazione e la presenza nei territori interessati dai siti Patrimonio dell’Umanità della Fondazione Unesco, istituita da alcuni anni presso l’Assessorato regionale dei Beni culturali e che noi pensiamo come un utile strumento d’iniziativa e controllo per una migliore e più intelligente gestione coordinata delle attività inerenti i siti siciliani della World Heritage List”. In secondo luogo, “La nascita di una Consulta siciliana per i siti UNESCO, dove mettere insieme tutte gli enti e istituzioni, pubbliche e private, l’associazionismo, personalità della cultura, presenti nei territori in cui ricadono i nostri Patrimoni dell’Umanità, per definire programmi e progetti per una migliore tutelare e per una vera e forte valorizzazione”. Riusciranno le amministrazione locali ed il governo regionale a rispondere alle esigenze di tutela e valorizzazione che la nostra Isola merita? Ce lo auguriamo vivamente. (da Dossier Salvalarte Sicilia di Legambiente?

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