SANTA TERESA DI RIVA – Da seimila a sessantamila euro, tanto potrebbe costare al comune di Santa Teresa di Riva la mancanza prescritta autorizzazione allo scarico del depuratore accertata dall’Arpa in seguito ad una ispezione effettuata con la Capitaneria di porto presso l’impianto di depurazione consortile di contrada Catalmo. Una questione burocratica, quindi, perché il depuratore di Santa Teresa di Riva e di Savoca scarica al largo dello Jonio con una condotta sottomarina di 150 metri da venti anni almeno. Semplicemente non è stato richiesto il rinnovo della autorizzazione che viene rilasciata dopo i controlli previsti dalla normativa vigente. Il “cartellino giallo” è stato notificato l’11 luglio scorso, ed il sindaco ha subito dato incarico al direttore dell’Ufficio tecnico comunale ed al segretario generale di effettuare una “puntuale” ricognizione amministrativa al fine di individuare i soggetti responsabili “dell’illecito amministrativo” come da accertamento effettuato dagli ispettori provinciali dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) e dal personale della Capitaneria. In attesa che si trovi il responsabile, però, non tutto il male viene per nuocere. Difatti, dal verbale di sopralluogo e campionamento, non è stata rilevata alcuna irregolarità nella gestione dell’impianto di depurazione e nello scarico delle acque depurate. Una bella soddisfazione, soprattutto alla luce delle polemiche innescate da una associazione cittadina, l’Arca del prof. Santino Trimarchi, la quale con una recente nota stampa addebitava “agli scoli delle acque reflue” principalmente dai depuratori di Roccalumera e S.Teresa, come “causa della desertificazione dei fondali del nostro mare che rimane abitacolo del solo cefalo”. Non è così, perché i controlli dell’Arpa a S.Teresa come a Roccalumera avrebbero certamente rilevato eventuali irregolarità. Nettampoco il recente passaggio di Goletta Verde di Legambiente ha rilevato dal campionamento e dalle successive analisi alcunché di anomalo. Certo le nostre acque non sono linde e pulite come dovrebbero essere, i fondali saranno pure deserti, si fa bene a tenere alta l’attenzione su questi temi, ma dare la croce addosso a chi gestisce questi impianti solo per sentito dire, è ingiusto.