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domenica, Giugno 8, 2025
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S. Teresa, stangata Imu. I proprietari in ginocchio

Santa Teresa di Riva – Chi si aspettava una riduzione delle tasse con l’amministrazione De Luca è rimasto deluso. Le belle parole rassicuranti e piene di ottimismo in campagna elettorale, dell’attuale governo, sono svanite con l’innalzamento dell’aliquota Imu sulla seconda casa. E pure sulla terza, la quarta e così via. Anche sui negozi, capannoni, laboratori, aree edificabili e terreni l’effetto dell’imposta sarà devastante, a dicembre, quando i contribuenti saranno chiamati al conguaglio definitivo. Rincaro record per gli immobili delle categorie produttive, con l’applicazione al tetto massimo delle aliquote. L’aggravio è forte e l’Imu costituisce un prelievo fiscale troppo oneroso per le famiglie, soprattutto quelle disagiate. La giunta comunale santateresina, per l’anno 2012, ha mantenuto la tariffa sulla prima abitazione ferma a quella base stabilita dal decreto Monti, ovvero 4 per mille, ma elevando dal 7,6 al 10,6 per mille quella per chi di case ne possiede più di una. Il massimo consentito dalla normativa. Si intravedono nuvoloni neri per i contribuenti chiamati al saldo Imu. L’aumento del carico tributario legato all’Imu rispetto all’Ici sfiora il 200%. Supponiamo che un contribuente sia proprietario di un seconda abitazione con rendita catastale di 200,00 euro con l’Imu si troverà a pagare 356,00 a differenza dell’ICI dove pagava 147. Rispetto all’Ici, versata l’anno scorso, infatti cambiano il coefficiente moltiplicatore usato per calcolare il valore catastale (aumentato del 60%) e l’aliquota applicata. Numeri più rotondi che allarmano la collettività. Nessuna riduzione, invece, per l’aliquota sulla prima abitazione nonostante la legge nazionale prevedeva un ribasso fino al 2%. La mazzata della nuova imposta si sentirà. E dire che il consigliere Danilo Lo Giudice e il ragioniere Bucalo (assessore al bilancio) hanno lottato contro l’applicazione delle accise (addizionale sull’energia elettrica), mentre adesso, tolti gli scudi della minoranza, contribuiscono a stangare i proprietari degli immobili, mentre si aspettava una riduzione delle tasse con l’amministrazione De Luca.

Per maggiore chiarezza facciamo un altro esempio di calcolo, determiniamo l’importo della seconda rata dell’Imu di un fabbricato con rendita di euro 400,00:

400,00 x 5% x 160 x 7,6 = 511,00 (prima dell’aumento)

400,00 x 5% x 160 x 10,6= 712,00 (con la delibera dell’amministrazione De Luca)

Come si può facilmente notare il cittadino è costretto a pagare 201,00 (40%) in più rispetto a quanto dovuto con l’aliquota prevista dal decreto Monti.

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