Limina – Nuova impresa della Liminese. Fa paura la squadra di Alibrandi alle grandi. Al “Saglimbeni” di Limina, in una giornata primaverile, i padroni di casa, si impongono anche contro la seconda forza del campionato vincendo per 2-1. Su campo erboso di Limina, la squadra locale si trasforma in una macchina perfetta in ogni reparto dove tutto funziona perfettamente. Invece, il Gescal, conferma la sua cabala: l’assenza tra uno del sestetto base(Peditto, Passaniti, Totaro, Carrozza, Andreacchio e Fabrizio Giordano) non ha mai portato grandi frutti alla squadra peloritana. Le statistiche trovano conferma anche contro la Liminese. Il primo tempo equilibrato con occasione da entrambi le parti, dove si mettono in luce, Gallina da una parte e Passaniti dall’altra. I due portieri sfoderano una prova eccezionale salvando per diverse volte la loro porta. Dopo la mezz’ora la squadra locale reclama, pure, un calcio di rigore per l’atterramento di Alibrandi. Il direttore di gara Bellingheri non è dello stesso avviso. Il primo tempo scivola a rete inviolate. Nella ripresa mister Giordano si affida a Coppolino per dare più vivacità in attacco, ma è la Liminese a passare in vantaggio: Puglia (55’) raccoglie una respinta della difesa ospite e mette la palla dove Passaniti non può arrivarci. Il Gescal spinto dal neo entrato Coppolino (eccellente la sua prestazione) ha una reazione. I padroni di casa si affidano al contropiede per pungere gli avversari. Con i messinesi in attacco la Liminese raddoppia: Costa raccoglie, un perfetto assist dalla destra e con precisione batte Passaniti. Neanche un giro d’orologio è il Gescal riduce le distanze grazie ad un autogol di Carmelo Lo Giudice. Ridotto lo svantaggio la squadra ospite spinge alla ricerca del pareggio, costringendo i locali ad arretrare il loro raggio d’azione. L’assalto finale, però, non trova l’effetto sperato. Anzi all’ 85′ Cannavò ha una ghiotta occasione per arrotondare il punteggio. Gli ultimi sussulti della gara li offrono Coppolino e Catania. Nel finale anche il Gescal recrimina un calcio di rigore che l’arbitro, però, non ravvisa gli estremi per decretare la massima punizione.