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venerdì, Maggio 16, 2025
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Ambulantato minorile, la piaga delle feste

Piccoli venditori ambulanti porta a porta: hanno rappresentato la “novità” del periodo festivo nei comuni della riviera jonica, la nuova strategia di marketing per intenerire i cuori e spillare quattrini. Bambini che sono stati messi sulla strada con pesanti zaini pieni di cianfrusaglie a mostrare la loro misera mercanzia per intenerire il cuore dei passanti e ricavare qualche euro, anche di elemosina, se non riuscivano ad affibbiare le loro offerte di accendini, calzini, fazzoletti di carta o quant’altro. Ne sono circolati parecchi di questi minori “porta a porta”, ragazzi in età scolare che sono stati mandati dai loro genitori a guadagnarsi il pane e contribuire al reddito familiare. “Lavoravano” in coppia, battendo palmo a palmo i marciapiedi delle strade cittadine, mai perdendosi di vista, casomai avessero avuto bisogno l’uno dell’altro. Ma erano abbastanza spigliati per cavarsela da soli e, a chi glielo chiedeva, non nascondevano di abitare nei comuni della zona. Quelli che si sono visti per le strade di Santa Teresa di Riva hanno impiegato così la loro vacanza. Ragazzi che frequentano le scuole d’obbligo, con un italiano fluente, i genitori maghrebini ma loro cresciuti in Italia. Nella comunità magrebina, secondo dati ufficiali, si sa che l’età dei bambini lavoratori varia tra gli 8 e i 16 anni e che i minori sono spesso impiegati in attività di venditori ambulanti e in altre precarie attività di strada. Dalle nostre parti abituati ormai a vedere donne rom che chiedono l’elemosina con i bambini in braccio, ha suscitato non posa sorpresa vedere piccolissimi “vu cumprà” in azione. Un nuovo fenomeno che dovrebbe far riflettere e impegnare le autorità affinchè l’accattonaggio di donne con bambini ed l’ambulantato minorile vengano stroncati con forza. Non si tratta di razzismo o di pruderie, ma di decenza.

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