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domenica, Maggio 4, 2025
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LA SOCIETA’ TRIBUTI ITALIA HA BEFFATO ANCHE ROCCALUMERA

Roccalumera – Dai consiglieri di minoranza riceviamo:

“La Tributi Italia spa. è la società incaricata dal Comune di Roccalumera per effettuare il servizio di accertamento e riscossione dell’imposta Comunale sulla Pubblicità, dei diritti sulle pubbliche affissioni con successiva estensione della concessione ad altri tributi ed entrate comunali come la Tassa occupazione spazi ed aree pubbliche, la Tarsu, l’ICI, il canone acquedotto, la fognatura e la depurazione oltre al recupero coattivo delle imposte non pagate dai cittadini. Nulla di strano se non fosse accaduto che la Tributi Italia dopo aver incassato, da parte dei cittadini, il pagamento delle tasse non restituiva le somme al Comune trattenendosi non solo la percentuale prevista dal contratto per il proprio servizio, ma l’intera somma pagata dai cittadini. I consiglieri di minoranza Giuseppe Campagna, Natia Basile, Elio Cisca, Marco Maccarrone, Carmelo Spadaro e Andrea Vadalà vogliono vederci chiaro e presentano un interrogazione al sindaco, Giovanni Miasi, dopo che in Consiglio Comunale, nel novembre del 2008, gli stessi consiglieri evidenziarono che la Tributi Italia aveva cominciato a non trasferire al Comune le somme incassate ed invitavano il sindaco a risolvere il contratto impedendo così alla stessa Società di continuare impunemente a trattenersi i soldi delle tasse pagate con tanti sacrifici dai nostri concittadini. "Ma andiamo con ordine per capire come sono andati i fatti: sin dal lontano settembre 2008", spiega il consigliere Vadalà, primo firmatario dell’interrogazione, "a seguito del mancato versamento al Comune da parte della società incaricata alla riscossione delle somme incassate e rendicontate, per ICI, TARSU, ACQUEDOTTO, TOSAP, e PUBBLICITA’, il Comune intimava il pagamento di complessivi €. 343.864,18 entro cinque giorni dal ricevimento del sollecito. La società di riscossione, per nulla intimorita, ha sempre disatteso con intento dilatorio le missive inviate dal Comune rispondendo, con provocazione, ad un ipotetico piano di rientro mai rispettato". "A tutt’oggi", continua Vadalà, "ci troviamo, carte alla mano, nelle condizioni di non conoscere esattamente l’importo dovuto dalla Tributi Italia al nostro Comune perchè la stessa non si è neppure presa il disturbo di inviare i rendiconti al Comune. Proprio cosi, sembra paradossale ed invece è proprio vero, il Comune non sa con precisione qual’è la somma che dev’essere restituita, anche se, comunque, è superiore a 750 mila euro, soldi frutto dei sacrifici e del sudore dei nostri concittadini che, pagando regolarmente le tasse ritenevano di fare il proprio dovere". Nella seduta del Consiglio Comunale del 30 novembre 2008", conclude Vadalà, "il Sindaco aveva dichiarato di avere dato disposizioni agli Uffici Finanziari di provvedere alla riscossione diretta dell’ICI ed invece solo in data 11 maggio 2010, con avviso pubblico, si è resa edotta la cittadinanza della risoluzione in danno della Tributi Italia spa, con invito ai cittadini di provvedere al versamento dell’Imposta Comunale sugli Immobili direttamente presso la Tesoreria Comunale. Naturalmente l’inerzia dell’Amministrazione attiva, protrattasi inutilmente per oltre un anno, ha fatto si che si perdesse pure la possibilità di essere risarciti dalla FINGERAL, Compagnia di Assicurazione che aveva concesso apposita fidejussione a Tributi Italia, a garanzia del credito vantato dal Comune per complessivi €357.500,00. Quest’ultima Società, guarda caso, è stata cancellata dall’albo in data 08/09/2009, (appena 20 giorni prima dalla richiesta di risarcimento da parte del Comune)". "In quanto a tempestività non siamo secondi a nessuno", chiosa Vadalà. L’inadempienza della Tributi Italia ha ovviamente prodotto anche degli effetti, per così dire, collaterali, infatti la stessa Società, con il suo comportamento omissivo, non ha consegnato al Comune la banca dati né le rendicontazioni, né ha provveduto ad effettuare la lettura dei contatori dell’acqua ai fini dell’emissione del ruolo 2009, né tantomeno ha inviato i bollettini per il pagamento dell’ICI relativa al 2010 il cui versamento va effettuato entro il 16 giugno prossimo. Tutto ciò in conseguenza del fatto che il personale utilizzato dalla Società presso l’ufficio di Roccalumera è stato licenziato. Ci siamo fatti portavoce dei cittadini che sono rimasti disorientati per quello che è accaduto e che ha dell’incredibile, dichiara il capogruppo Campagna. Per questo, conclude Campagna, ci siamo rivolti al sindaco anche nella Sua qualità di Assessore alle Finanze e alla Programmazione Economica, per sapere se sono stati risolti in danno della Tributi Italia i contratti relativi alla riscossione dei tributi del Comune di Roccalumera e quali provvedimenti urgenti intende adottare per risanare l’anticipazione di Cassa di circa 750 mila Euro, frutto dei mancati trasferimenti della società di riscossione; perché non ha adottato tempestivamente tutti gli atti necessari, evitando che il credito del Comune passasse da poco più di 300 mila euro ad oltre 750 mila Euro, con tutte le incognite che il caso si trascina dietro, sulla reale possibilità di recupero; perché non ha mantenuto l’impegno assunto nel Consiglio Comunale del 30 novembre 2008 di riscuotere direttamente l’imposta ICI; perché ha inutilmente atteso fino ad aprile del 2010 prima di procedere all’approvazione della delibera di avvio del procedimento di rescissione del contratto nonostante la Tributi Italia persistesse nel suo gravissimo inadempimento, salvo poi a temporeggiare promettendo “telefonicamente” di voler giungere ad una soluzione bonaria del rapporto, esponendo così il Comune a rischi gravi e irreparabili”.

C’è da dire che la Tributi Italia spa è inadempiente in tutto lo Stivale. Alla città di Bologna deve dare 5 milioni di euro, a Forlì 2milioni e 160 mila e poi a Brindisi, Caserta e tante altre città d’Italia. Sono state inoltrate parecchie denunce sul suo conto alla Procura della Repubblica. Questa società prima si chiamava Gestor spa, poi San Giorgio spa ed infine Tributi Italia spa. Ma il vizio di non versare il dovuto ai comuni e alle città è stato sempre costante. E così anche Roccalumera è caduta in questo tranello. Figuratevi che a Roccalumera aveva una delle sedi più fiorenti, con tre impiegati (che ultimamente non pagava più). Adesso il locale è stato chiuso ed i dipendenti licenziati. Attualmente i contribuenti di Roccalumera, in attesa di un contratto con la Serit, pagano con conto corrente intestato al comune.

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