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sabato, Maggio 10, 2025
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3 CAT. CIATTO: NON CONOSCO IL MOTIVO DELL’ESONERO

Dopo l’inaspettato esonero del tecnico Giuseppe Ciatto, alla guida del Ciumaredda, dall’inzio del campionato, abbiamo analizzato con il diretto interessato le motivazioni che hanno spinto il club santateresino al suo allontamento dalla panchina. 
Mister se la sente di fare qualche dichiarazione?
“Con piacere mi fermo a discutere con Lei, su quale argomento?”
Parliamo di calcio e della sua esperienza nella squadra del Ciumaredda
“Pensavo parlassimo del Carnevale visto il periodo” – E qui il mister sorride –
L’ironia sembra una copertura al rammarico che le si legge in faccia
“Senza dubbio non era altro che nascondere uno stato d’animo piuttosto che buono”.
Si aspettava l’esonero?
“Facciamo un passo indietro e insieme a Lei analizziamo la situazione. Sono stato chiamato quest’estate per far parte del progetto della società Ciumaredda. Durante il primo contatto mi è stata chiesto qual’era la mia pretesa economica. Con tutta sincerità,  mi sono fatto subito due risate,  pensando che nessun compenso potevo chiedere nei confronti di una società costituita per lo più da ragazzi che, fra l’altro, rivestono pure la veste di calciatori che per andare avanti si auto finanziano. Qui ho fatto il mo primo errore”.
In che senso?
“Nel senso che non ho pensato assolutamente a proteggere la mia immagine e quella del mio collaboratore più stretto, utilizzando mezzi che tutti conoscono e che nessuno ne parla, sicuramente non eravamo qua a discutere su qualcosa che ancora oggi a distanza di due giorni nessuno non ha avuto il coraggio di spiegarmi”.
Con questo intende dire che lei non conosce i motivi del suo esonero?
“Ha perfettamente toccato il punto della situazione, posso capire qualsiasi scelta da parte di una società che parte con un obiettivo ben preciso, avendo le carte in regola per farlo. Dobbiamo fare una netta distinzione fra quelle che sono le decisioni nei confronti del tecnico e i modi con cui agire nei confronti dell’uomo. Come ho fatto all’inizio quando sono stato chiamato ad interpretare questo ruolo. Vorrei ricordare a tutti che stiamo parlando di un campionato di 3° categoria, dove non puoi pretendere chissà che cosa da parte di nessuno se non un minimo di rispetto dei ruoli e dei compiti di chi fa parte di un  progetto”.
Se tornasse indietro cambierebbe qualcosa?
“Assolutamente, no. Ripeto, ancora oggi disconosco il motivo per cui sono stato allontanato. In questo contesto, fanno certamente più male le voci che mi davano già da tempo spacciato, e il modo freddo e distaccato con cui sono stato trattato, come se non avessi dedicato tempo prezioso, in questi mesi passati alla giuda della squadra”.
Il suo rimpianto maggiore nel periodo in cui è stato il mister del Ciumaredda?
“Il rammarico più grande sono stati i risultati. Vorrei ricordare a tutti che la sorte non è stata dalla nostra parte, come si suol dire la fortuna e cieca, ma la sfiga ci vede benissimo. Noi pur esprimendo il miglior calcio di tutta la categoria, anche se a tratti, non abbiamo raccolto ciò che ci spettava per le prestazioni fornite. Mi rimbombano nelle orecchie le frasi che in molti campi ho sentito dire: siete la migliore squadra fate il miglior calcio! in partite in cui le occasioni da goal fioccavano da tutte le parti pali, traverse ecc. non posso dimenticare le parole del nostro capitano (per tutti il sindaco per me l’imperatore) vedrai prima o poi gira, ancora aspetto che giri………"
Il suo rammarico più grande dopo l’esonero?
“Sicuramente mi aspettavo un riscontro favorevole nei miei confronti da parte dei giocatori, mi aspettavo che qualcuno prendeva le mie difese o chiedesse dei chiarimenti, non sicuramente un ammutinamento (voglio ancora oggi più che mai il bene di questa squadra) ma un chiarimento e qualche parola spesa per chi a cercato di proteggerli contro tutto e tutti, ma si sa i giovani di oggi non sono quelli di una volta, qualcuno mi ha rimproverato di non aver fatto saltare qualche testa ed io di questo ne sono fiero e orgoglioso, loro sanno come li vedevo e come li chiamavo, evidentemente non nutrivano per me lo stesso affetto che io nutrivo per loro”.
La sua più grande soddisfazione?
“Senza dubbio essere riuscito a tenere un gruppo composto da 26 elementi fino al 14 di febbraio, poi sono saltato io, ma questo non fa testo, sicuramente il mio successore avrà la possibilità di lavorare con tutta la rosa al completo e non per ultimo il rapporto umano che si è instaurato con tante persone di questa squadra certo non con tutti, visto il modo come mi hanno trattato, ma con la maggior parte sicuramente”.
Secondo lei, paga errori propri o errori da parte di altri?
“Sicuramente non scarico su nessuno colpe che riguardano solo me; non sono il tipo di fare scarica barile, ma sicuramente chiamo tutti a fare una riflessione sull’operato e assumersi le proprie responsabilità come io mi assumo le mie”.
Progetti per il futuro?
In questo momento prendo una pausa di riflessione, ma sicuramente mi presenterò ai nastri di partenza del prossimo campionato più forte e agguerrito di prima, consapevole dei miei mezzi sempre  se qualcuno mi da la possibilità, attraverso  un progetto serio. Vorrei mettere in chiaro che non ho nessuna mania di protagonismo e non vedo il calcio come un modo per comparire sui giornali ( la mia professione mi da già tante soddisfazioni sotto tutti gli aspetti, non per ultimo quello economico, e chi mi conosce lo sa), ma solo un mezzo di socializzazione, non sono un professionista del pallone ma non mi sento inferiore a nessuno. La mia massima è: bisogna conoscere i propri limiti, ma è bene sapere anche che gli altri non sono dei giganti”.
Rifarebbe la stessa scelta fatta questa estate?
“Sicuramente si, ma con le dovute precauzioni, nel rispetto della mia persona e di chi mi sta attorno. Sono stati tanti gli aspetti positivi riscontrati in questa breve avventura per confermare la scelta fatta in questa estate”.

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